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PEREGRINATIO A FIRENZE -
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Questo pellegrinaggio ha bisogno di una precisazione. E' nato per ricordare l'800° anniversario della morte di S. Alberto, Patriarca di Gerusalemme, Legislatore dell'Ordine Carmelitano (fu lui che tra il 1206 e il 1214, anno della sua morte, dette la prima Regola ai Carmelitani che dimoravano sul monte Carmelo).
Dato che in realtà S. Alberto era italiano, nato presso Reggio Emilia, ed è stato Priore dei Canonici di Mortara, Vescovo di Bobbio, Arcivescovo di Vercelli, legislatore dei canonici di Biella, abbiamo pensato di toccare in questo pellegrinaggio tutte queste realtà.
Ma per l'occasione, ecco il motivo dell'inserimento di questo pellegrinaggio in questo sito, abbiamo ritenuto opportuno di portare con noi anche la reliquia dello Scapolare del Carmine, indossato da S. Giovanni Paolo II, per cui questo pellegrinaggio è diventato anche una peregrinatio dello Scapolare di S. Giovanni Paolo II.
Proponiamo il testo dell'articolo scritto da P. Roberto Toni, Provinciale della Provincia Italiana, per ricordare questo pellegrinaggio.
“La gente, di solito, non viene qui in pellegrinaggio”, ci ha detto una signora di Vercelli vedendo il gruppo di frati, suore e terziari transitare lungo le vie della sua città.
Eppure, per calcare le orme di S. Alberto degli Avogadro, che fu per vent’anni Arcivescovo della città piemontese, occorreva passare anche per di là, in mezzo alle risaie.
Un pellegrinaggio speciale quello che si è tenuto da martedì 17 a venerdì 20 giugno nel Nord Italia, speciale sotto molti punti di vista, caratterizzato, da un lato, dalla poca conoscenza dei luoghi da parte dei partecipanti, dall’altro, dalla grande accoglienza e interesse della persone incontrate nelle varie mete.
Non eravamo un grande gruppo: P. Lucio Maria Zappatore, organizzatore, insieme ad altri frati, P. Antonio Calvieri nuovo Provinciale della Provincia Napoletana, P. Pasquale Mariani, P. Antonino Mascali, il sottoscritto, Don Francesco, sacerdote diocesano di Taranto, Suor Reetha e Suor Germeena delle Suore dell’Istituto di N. S. del Carmelo di v. dei Baglioni, e alcuni membri del Terz’Ordine di Cagliari, Torrespaccata e Traspontina. In tutto, 23 persone.
Partiti da Sassone, martedì mattina 17 giugno, siamo giunti a Firenze nella tarda mattinata, dove abbiamo pranzato con la comunità del Carmine, che ci ha accolto con calorosa simpatia.
Dopo una immancabile, breve visita alle Cappelle Brancacci e di Sant’Andrea Corsini, abbiamo dovuto lasciare in fretta Firenze perchè ci attendevano gli amici della comunità di Argigliano.
Argigliano, in provincia di Massa Carrara, è il luogo di nascita del beato Angelo Paoli; qui, in una cornice di natura che parla di Dio, avvolti dal cielo sereno di montagna nelle luci del tramonto, abbiamo celebrato l’Eucaristia nel parco dedicato al beato, accolti calorosamente dai fedeli locali e dal comitato che promuove le varie iniziative.
Lì abbiamo esposto ai piedi del B. Angelo Paoli la reliquia dello Scapolare di S. Giovanni Paolo II e l'abbiamo fatta baciare ai fedeli.
Abbiamo trascorso la notte nell’albergo Prosperi al Passo dei Carpinelli, dove ci rechiamo sempre nei pellegrinaggi per Angelo Paoli, e che ci accolgono sempre con grande cordialità e affetto.
Al mattino di mercoledì 18 siamo ripartiti verso Nord, per toccare Bobbio, in provincia di Piacenza, dove, per un anno, dal 1184 al 1185, Alberto fu vescovo. Qui si sono aggiunti a noi Giuseppe e Piera, terziari carmelitani di San Felice del Benaco (Giuseppe è il vicepresidente provinciale del Toc).
Abbiamo celebrato la S. Messa,presieduta da P. Antonio Calvieri, nuovo Provinciale della Provincia Napoletana, in una cappella della Cattedrale, accolti dall’arciprete, Mons. Aldo Maggio, che ci ha poi guidati nella visita all’antichissima e meravigliosa Abbazia di S. Colombano.
Dopo il pranzo siamo partiti per Mortara, in provincia di Pavia e diocesi di Vigevano; qui il Parroco, Don Gianbattista Camana, ci ha fatto prima visitare il santuario di S. Maria del Campo, poi siamo andati in città, nella chiesa che non è più quella dove Alberto fu priore dei Canonici Regolari ma che mantiene il titolo di Abbazia della Santa Croce e presenta due probabili riferimenti iconografici al nostro Legislatore.
Siamo poi andati a Vercelli, accolti da Mons. Giuseppe Cavallone, Pro Vicario della Diocesi, presso il Seminario Diocesano,dove abbiamo preso posto per la notte.
Il mattino di giovedì 19 è stato dedicato alla città piemontese, con la visita alla abbazia di Sant’Andrea e alla Cattedrale.
Qui Abbiamo conosciuto il successore di Sant’Alberto, il neoArcivescovo Mons. Marco Arnolfo, proveniente dal clero di Torino, persona di squisita cordialità e attenzione, scelto dal Papa per la sua forte esperienza pastorale.
Mons. Marco Arnolfo ha presieduto l’Eucaristia, alla quale hanno partecipato anche alcuni Canonici della Cattedrale, animata dai responsabili della animazione litugica della Cattedrale, richiamando lui stesso e noi alla figura di Alberto come testimone che ha pagato di persona la sua sequela di Cristo nella ricerca della pace a servizio della Chiesa.
A lui è stata donata una antica stampa di S. Alberto, ritrovata provvidenzialmente da P. Lucio, e che è stato proprio il dono più opportuno per questa occasione.
Dopo il pranzo, siamo partiti per Biella, altra tappa obbligata del nostro pellegrinaggio, sia per l’opera di S. Alberto che redasse gli Statuti per i Canonici del Capitolo di Biella, sia per la presenza delle nostre monache carmelitane.
Qui abbiamo incontrato le nostre sorelle insieme alle persone che frequentano il monastero e abbiamo vissuto un intenso momento di preghiera, animata da loro (una bellissima Lectio Divina sulla Regola) e guidata dal Vescovo di Biella, Mons. Gabriele Mana.
Al termine ci hanno offerto un cordialissimo momento di fraternità.
Congedati da loro, siamo ripartiti per un lungo tratto che ci ha condotti al nostro Santuario di San Felice del Benaco, sul lago di Garda, dove siamo stati accolti con la solita squisita cortesia da Amata e il suo gruppo e ci hanno fatto visita i Frati del Santuario, P. Ernesto e P. Lino.
Abbiamo cenato e pernottato nella nostra Casa di accoglienza “Il Carmine”.
Dopo una breve visita mattutina al Santuario e ai suoi capolavori, guidata magistralmente da P. Ernesto Marzinotto, siamo partiti per Reggio Emilia, ultima tappa del nostro pellegrinaggio, dove, nella periferia della città, è presente l’unica parrocchia in Italia (e forse nel mondo) dedicata a Sant’Alberto di Gerusalemme, che era nativo di Castrum Gualterii, una località ancora incerta, in provincia di Reggio Emilia.
Anche qui grande interesse e grande accoglienza, anzitutto da parte del parroco, Don Eleuterio Agostini, attivissimo novantenne, decano del clero reggiano.
La chiesa è moderna, con un’aula superiore ed una cripta.
Nella cripta campeggia una immagine moderna di Sant’Alberto, ritratto nel gesto del dono della pace; proprio qui abbiamo celebrato l’Eucaristia, presieduta dal Vicario generale della Diocesi, Mons. Alberto Nicelli, che ha portato i saluti del Vescovo Mons. Massimo Camisasca, con la partecipazione anche di Don Romano Zanni, superiore generale della Congregazione delle case della carità. Nella sua omelia, Mons Nicelli, ha sottolineato come S. Alberto sia stato un instancabile servitore della pace.
Ci hanno informato sul convegno diocesano programmato a settembre, al quale prenderà parte con una conferenza il nostro P. Giovanni Grosso. Qui abbiamo incontrato una congregazione di Suore, le “Carmelitane Minori”, fondate pochi decenni fa da un sacerdote diocesano, dedite soprattutto ad animare le “Case della carità” per disabili, anziani e abbandonati. Dopo il pranzo in fraternità, nel clima semplice e gioioso tipico di una parrocchia di periferia, siamo ripartiti per tornare a Roma. Il nostro grazie va, di vero cuore, a tutti coloro che abbiamo incontrato e che ci hanno accolto al di là di ogni nostra attesa. Una nuova “pista” di pellegrinaggio si è aperta, per chiedere a Sant’Alberto la grazia di non dimenticare che il Carmelo, la contemplazione della presenza di Dio, è atteso.
P. Roberto Toni
Provinciale della Provincia Italiana
dei Carmelitani